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Un’equipe internazionale, in uno studio pubblicato su Cell Metabolism, afferma di aver scoperto come bloccare il processo che porta le persone a ingrassare: “la scoperta apre la strada allo studio di farmaci innovativi contro l’obesità, il diabete e altre patologie metaboliche che, solo in Italia, interessano 14 milioni di persone.  I ricercatori hanno modificato le cellule nervose presenti in topi da laboratorio così da far loro produrre quantità elevate di una proteina che distrugge il 2-AG; questa manipolazione genetica, che ha dimezzato il livelli cerebrali di 2-AG nei topi mutanti, ha fatto si che questi, nonostante si muovessero meno e mangiassero in misura maggiore rispetto ai topi normali, non ingrassavano anche se esposti a un’alimentazione ricca di grassi, e non mostravano le conseguenze tipiche dell’obesità come l’elevata trigliceridamia e insulino-resistenza.


Il nostro cervello produce dei neurotrasmettitori, chiamati endocannabinoidi, che agiscono colpendo gli stessi bersagli cellulari attivati dalla marijuana (cannabis). Lo studio dimostra che una tra queste sostanze, il 2-arachidonil-sn-glicerolo (2-AG), svolge un ruolo determinante nella regolazione del metabolismo periferico. I ricercatori hanno scoperto che controlla i circuiti cerebrali che aiutano a conservare energia corporea favorendo l’accumulazione di grasso “bruno” – il grasso presente nel tessuto adiposo che viene utilizzato per generare calore.
La chiave di lettura, secondo gli autori dello studio, risiede nel fatto che il grasso bruno presente nei topi “mutanti” brucia più grassi che nei topi normali, dimostrando che il 2-AG è in grado di controllare la capacità del corpo di immagazzinare energia e produrre calore. La riduzione sostanziale della capacità di 2-AG di esercitare i propri effetti di regolazione di vari circuiti cerebrali, ha, dunque, prodotto una serie di effetti di primaria importanza sul mantenimento del peso corporeo e il consumo delle calorie ingerite.
Lo studio “Brain 2-AG signaling controls energy metabolism” è stato coordinato da Daniele Piomelli, a capo del Dipartimento D3 dell’Istituto Italiano di Tecnologia, e vanta una collaborazione internazionale in cui sono coinvolti l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Università della California Irvine e la Yale University.
Secondo Piomelli, “questo studio apre la strada alla ricerca di nuove molecole capaci di combattere quelle che rappresentano alcune tra le patologie che, oggi, nei paesi più industrializzati generano tra i più alti costi sociali e sanitari”.
Basta pensare che in Italia le patologie che fanno parte della Sindrome Metabolica colpiscono circa 14 milioni di persone, con un continuo incremento anche nei bambini e negli adolescenti”;  il “poter limitare gli effetti causati da un apporto troppo elevato di cibi grassi e dalla sedentarietà, cioè quelle cattive abitudini che caratterizzano sempre più la nostra società, rappresenta un grandissimo passo avanti non solo in termini di salute pubblica e privata, ma anche in termini economici per i sistemi sanitari a livello globale”.


Pubblicato: 8/3/2012

Fonte  http://www.corriereweb.net/index.php?option=com_k2&view=item&id=21897:obesit%C3%A0-e-diabete-scoperto-il-neurotrasmettitore-che-regola-il-metabolismo&Itemid=197