Nel 2010 il congresso della Società Italiana di Diabetologia (SID) ha stilato una serie di regole essenziali per il diabete di tipo 1 da seguire con attenzione per non mettere a rischio il proprio stile di vita durante la villeggiatura.
Le regole sono semplici:
- Approfittare dell'estate e del tempo libero a disposizione per aumentare l'attività fisica;
- Cercare di perdere i chili di troppo accumulati durante l'inverno;
- Nel corso dell'attività fisica portare con sé qualche caramella per scongiurare improvvisi cali di zuccheri;
- Concedersi un gelato dopo lo sforzo;
- Privilegiare un'alimentazione a base di pesce e verdura e il consumo dei frutti con meno percentuali di zucchero;
- Bere acqua in maniera abbondante, tè e caffè senza zucchero;
- Evitare di camminare a piedi nudi o con le infradito, ma utilizzare calzature chiuse;
- Evitare di nuotare e di fare escursioni da soli;
- Controllare in maniera regolare il tasso di glicemia;
- Conservare i farmaci in un luogo fresco.
Forse il decalogo al punto 8 potrebbe essere riscritto nel seguente modo:
8) "svolgere qualsiasi attività sportiva purchè con le dovute accortezze".
Scopo del punto 8), così come espresso dal SID, forse vuole essere quello di evitare di esporre i pazienti diabetici a discipline sportive "rischiose", non tenendo conto, invece, di come i "diabetici" siano persone che possano essere considerate perfettamente uguali ai loro colleghi "sani" sotto il profilo delle attività fisiche (sia estive che invernali).
Ormai è noto di come anche i diabetici possano svolgere discipline sportive, una volta ritenute assolutamente vietate come l'attività di sub, sport nautici, arrampicate, etc. ....
L'importante è che il diabetico adotti tutte le cautele in relazione all'attività fisiche che si vadano a svolgere; viene spontaneo immaginare:
- come un sub prima di immergersi verifichi se abbia una ipoglicemia (valori superiore ai 200) e che riemerga con una certa frequenza;
- idem per chi faccia sport nautici (kitesurfing, windsurf, surf da onda, etc.)
- per chi ama fare delle lunghe nuotate, che non sim allontani troppo dalla spiaggia;
- chi faccia delle passeggiate, soprattutto in solitario, si porti con se dei carboidrati oltre all'immancabile telefono cellulare;
Si richiede la "diligenza del buon padre di famiglia", espressione questa che indica un comportamento che qualunque persona avveduta avrebbe tenuto in una determinata situazione.
Ci si riferisce al padre di famiglia perchè dovrebbe essere per definizione una persona saggia ed accorta.
Per il codice civile la diligenza del buon padre di famiglia è il criterio previsto per valutare la condotta dell'obbligato: "in base all'art. 1176 cod. civ. nell'adempiere l'obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia. L'art. 1176 cod. civ. non impone al contraente un ulteriore e non qualificato dovere di diligenza, ma, con riferimento alla figura media del buon padre di famiglia, offre all'interprete un criterio generale per valutare la condotta dell'obbligato nell'adempiere o nel non adempiere le obbligazioni da lui assunte" (Cassazione Sezione Seconda Civile n. 13351 dell'8 giugno 2006).
Pertanto l'art. 1176 cod. civ. detta un criterio di carattere generale con il quale misurare l'adempimento o l'inadempimento del creditore; il criterio della diligenza indica in astratto la misura dell'attenzione, della cura e dello sforzo psicologico che il debitore deve adoperare per attuare la prestazione nel modo stabilito, cioè esattamente.
Ugualmente dicasi per il paziente diabetico il quale deve adottare questa diligenza prima di esporsi ad una attività sportiva rischiosa: deve cautelarsi; stare in una condizione di iperglicemia per un limitato orario non è così drammatico per il fisico soprattutto per i benefici psicofisici che ne trae dall'attività sportiva, come pure la situazione dell’ipoglicemia può sempre essere corretta in corso di attività sportiva.
Infatti la sfortuna/fortuna della malattia del diabete è che sia in caso di iperglicemia che di ipoglicemia si possa intervenire, nel primo caso mediante la somministrazione di insulina, nel secondo caso con l'apporto di zuccheri.
L'importante è non sottovalutare quindi rispettare l'ambiente in cui si svolge l'attività sportiva:
- per gli sport marini se si avverte che il vento possa aumentare di intensità e la forza fisica non sia più al massimo (come da giramenti di testa, più fatica ad effettuare le manovre, etc.) è opportuno rientrare a terra e fare tutti i controlli e i rifornimenti (di carboidrati) del caso;
- nel caso di lunghe passeggiate in solitario, occorre valutare il percorso e soprattutto le variazioni di altitudine da cui ne può derivare un maggiore o minore sforzo, aumentando quindi la dose di carboidrati da assumere prima di partire ma anche aumentare il numero di carboidrati da portarsi seco da assumere al momento delle pause o del bisogno, etc. ...
Il diabetico è come il debitore in un rapporto contrattuale con lo sport (creditore) che si intende intraprendere: ci si deve comportarsi come il buon padre di famiglia, ossia come un persona diligente per prevenire eventuali situazioni di crisi, quindi per godersi a pieno lì esercizio fisico senza limitazioni di sorta.
Ragionare in modo contrario si finirebbe per considerare il diabetico come una persona inferiore che invece potrebbe fare qualsiasi cosa, influendosi in modo negativo sulla sua psiche potendo arrivare fin anche alla depressione.
Inoltre negare un comportamento può costituire un modo per aumentare il desiderio di trasgredire, quindi svolgere delle discipline sportive rischiose senza diligenza, senza adottare, quindi, le opportune cautele.
Gli sport che si possono fare (alcuni sono meravigliosi per l’ambiente in cui vengono svolti) sono fonte inesauribile di piacere che vale la pena di viverli, anche attraverso rischi "calcolati".
Niente è impossibile ….
Fonti:
http://italiasalute.leonardo.it/News.asp?ID=9370