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L'insulina degludec nel dettaglio - Diabetescore
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  19.04.2024 Ferienhaus Ostsee
   

1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE

Tresiba 100 unità/mL soluzione iniettabile in penna pre-riempita.

2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA

1 mL della soluzione contiene 100 unità di insulina degludec* (equivalente a 3,66 mg di insulina degludec).

Una penna preriempita contiene 300 unità di insulina degludec in 3 mL di soluzione.

*Prodotta con la tecnologia del DNA ricombinante da Saccharomyces cerevisiae.

Per l’elenco completo degli eccipienti

3.       FORMA FARMACEUTICA

Soluzione iniettabile (FlexTouch), neutra, limpida, incolore.

4.       Informazioni cliniche

Indicazioni terapeutiche: trattamento del diabete mellito in adulti.

Posologia e modo di somministrazione:  Tresiba è un’insulina basale da somministrare per via sottocutanea una volta al giorno, preferibilmente alla stessa ora ogni giorno.

La potenza degli analoghi dell’insulina, compresa l’insulina degludec, è espressa in unità (U). Una (1) unità (U) di insulina degludec corrisponde a 1 unità internazionale (UI) di insulina umana e a 1 unità di insulina glargine o a 1 unità di insulina detemir.

In pazienti con diabete mellito di tipo 2, Tresiba può essere somministrato da solo o in qualsiasi combinazione con medicinali antidiabetici orali, agonisti del recettore del GLP-1 e insulina in bolo (vedere paragrafo 5.1).

In pazienti con diabete mellito di tipo 1, Tresiba deve essere combinato a un’insulina ad azione breve/rapida per coprire il fabbisogno insulinico prandiale.

Il dosaggio di Tresiba deve essere determinato sulla base delle necessità individuali dei pazienti. Si raccomanda di ottimizzare il controllo glicemico mediante aggiustamenti della dose sulla base del glucosio plasmatico a digiuno.

Come per tutti i medicinali insulinici, un aggiustamento della dose può rendersi necessario se i pazienti aumentano l’attività fisica, se modificano la dieta abituale o nel corso di una malattia concomitante.

Dosaggi

 Tresiba è disponibile in due dosaggi: Tresiba 100 unità/mL e Tresiba 200 unità/mL . La dose necessaria è misurata per entrambi in unità. Gli incrementi, comunque, differiscono nei due dosaggi di Tresiba.

•        Una dose da 1 a 80 unità per iniezione può essere somministrata con Tresiba 100 unità/mL con incrementi di 1 unità.

•        Una dose da 2 a 160 unità per iniezione può essere somministrata con Tresiba 200 unità/mL con incrementi di 2 unità. La dose è fornita in metà del volume di 100 unità/mL di insulina basale.

Il contatore della dose mostra il numero di unità indipendentemente dal dosaggio e non deve essere fatta alcuna conversione della dose nel trasferimento del paziente al nuovo dosaggio.

Flessibilità degli orari di somministrazione

 Per i casi in cui la somministrazione allo stesso orario del giorno non è possibile, Tresiba offre la flessibilità di orario di somministrazione dell’insulina (vedere paragrafo 5.1). Deve essere sempre garantito un minimo di 8 ore tra un’iniezione e l’altra.

I pazienti che dimenticano una dose, sono tenuti a iniettarla non appena se ne accorgono e a riprendere quindi lo schema di monosomministrazione giornaliera abituale.

Inizio del trattamento

  • Pazienti con diabete mellito di tipo 2: La dose iniziale giornaliera totale raccomandata è di 10unità, seguita da aggiustamenti posologici individuali.
  • Pazienti con diabete mellito di tipo 1: Tresiba deve essere usato una volta al giorno insieme all’insulina prandiale e necessita di successivi aggiustamenti posologici individuali.

Trasferimento da altri medicinali insulinici

 Si raccomanda un monitoraggio costante della glicemia durante il trasferimento e nelle settimane seguenti. Dosi e tempi di somministrazione di medicinali insulinici concomitanti ad azione rapida/breve o di altri trattamenti antidiabetici concomitanti possono necessitare di un aggiustamento.

  • Pazienti con diabete mellito di tipo 2: Per i pazienti con diabete di tipo 2 che usano una terapia insulinica basale, basal/bolus, premiscelata o automiscelata, il passaggio dall’insulina basale a Tresiba può essere effettuato unità per unità in base alla dose precedente di insulina basale, seguita da aggiustamenti posologici individuali.
  • Pazienti con diabete mellito di tipo 1: Per la maggior parte dei pazienti con diabete di tipo 1, il passaggio dall’insulina basale a Tresiba può essere effettuato unità per unità in base alla dose precedente di insulina basale con successivi aggiustamenti posologici individuali. Per i pazienti con diabete di tipo 1 che passano dall’insulina basale due volte al giorno o che presentano HbA1c < 8,0% al momento del passaggio, la dose di Tresiba deve essere determinata su base individuale. Deve essere presa in considerazione una riduzione della dose seguita da un aggiustamento posologico individuale sulla base della risposta glicemica.

Uso di Tresiba in combinazione con gli agonisti del recettore del GLP-1 in pazienti con diabete mellito di tipo 2

Quando si aggiunge Tresiba agli agonisti del recettore del GLP-1, la dose giornaliera iniziale raccomandata è di 10 unità seguita da aggiustamenti della dose individuali.

Quando si aggiunge Tresiba agli agonisti del recettore del GLP-1, si raccomanda di ridurre del 20% la dose di Tresiba per minimizzare il rischio di ipoglicemia. Successivamente la dose può essere aggiustata individualmente.

Popolazioni particolari

  • Pazienti anziani (≥ 65 anni) Tresiba può essere utilizzato in pazienti anziani. Occorre intensificare il monitoraggio della glicemia ed aggiustare la dose dell’insulina su base individuale (vedere paragrafo 5.2).
  • Compromissione renale ed epatica Tresiba può essere utilizzato in pazienti con compromissione renale ed epatica. Occorre intensificare il monitoraggio della glicemia ed aggiustare la dose dell’insulina su base individuale (vedere paragrafo 5.2).
  • Popolazione pediatrica: la sicurezza e l’efficacia di Tresiba in bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età non sono state stabilite. I dati al momento disponibili sono riportati nel paragrafo 5.2, ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.

Modo di somministrazione

Tresiba è esclusivamente per uso sottocutaneo.

Tresiba è somministrato per via sottocutanea tramite iniezione nella coscia, nella parte superiore del braccio o nella parete addominale. Le sedi di iniezione devono essere sempre ruotate all’interno della stessa area per ridurre il rischio di lipodistrofia.

Tresiba è fornito in una penna preriempita (FlexTouch) progettata per essere impiegata con gli aghi per iniezione NovoFine o NovoTwist. La penna preriempita da 100 unità/mL eroga 1-80 unità con incrementi di 1 unità.

Tresiba non deve essere somministrato:

  • per via endovenosa, poiché ciò può provocare gravi ipoglicemie.
  • per via intramuscolare, poiché ciò può modificare l’assorbimento.
  • nei microinfusori.

3  Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

4  Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

  • Ipoglicemia: La mancata assunzione di un pasto o un esercizio fisico faticoso e non programmato può indurre ipoglicemia. L’ipoglicemia può verificarsi se la dose di insulina è troppo alta rispetto al fabbisogno insulinico del paziente (vedere paragrafi 4.5, 4.8 e 4.9). I pazienti che hanno avuto un sensibile miglioramento nel controllo della glicemia (ad esempio grazie ad una terapia insulinica intensificata) devono essere informati che possono andare incontro ad una modifica dei comuni sintomi iniziali della ipoglicemia. I comuni sintomi iniziali possono non comparire nei pazienti con diabete di lunga data. L’insorgenza di malattie concomitanti, in modo particolare di infezioni e stati febbrili, di solito aumenta il fabbisogno insulinico del paziente. Malattie concomitanti del rene, del fegato o che interessano la ghiandola surrenale, l’ipofisi o la tiroide possono richiedere modifiche del dosaggio di insulina. Come per tutte le altre insuline basali, l’effetto prolungato di Tresiba può ritardare il recupero dall’ipoglicemia.
  • Iperglicemia: In situazioni di grave iperglicemia si raccomanda la somministrazione di insulina ad azione rapida. Una posologia inadeguata e/o l’interruzione del trattamento in pazienti che necessitano di insulina possono portare a iperglicemia e potenzialmente a chetoacidosi diabetica. Anche l’insorgenza di malattie concomitanti, in modo particolare di infezioni, può portare a iperglicemia e quindi aumentare il fabbisogno insulinico. I primi sintomi dell’iperglicemia in genere compaiono gradualmente nell’arco di alcune ore o giorni. Questi includono sete, poliuria, nausea, vomito, sonnolenza, pelle secca ed arrossata, xerostomia, perdita di appetito ed alito acetonemico. Nei diabetici di tipo 1, le iperglicemie non trattate possono condurre a chetoacidosi diabetica, evento potenzialmente letale.
  • Trasferimento da altri medicinali insulinici: Il trasferimento di un paziente ad un altro tipo, marca o produttore di insulina deve essere effettuato sotto controllo medico e può rendere necessario un aggiustamento posologico.
  • Associazione di pioglitazone e medicinali insulinici:Sono stati riportati casi di insufficienza cardiaca durante l’uso di pioglitazone in associazione con insulina, soprattutto in pazienti con fattori di rischio per lo sviluppo di insufficienza cardiaca. Questo deve essere tenuto presente quando si considera un trattamento di pioglitazone e Tresiba in associazione. Se è utilizzata la terapia combinata, i pazienti devono essere monitorati per la comparsa di segni e sintomi di insufficienza cardiaca, aumento di peso ed edema. Pioglitazone deve essere sospeso nel caso in cui si verifichi qualsiasi peggioramento dei sintomi.
  • Disturbi oculari: L’intensificarsi della terapia insulinica con un improvviso miglioramento del controllo glicemico può essere associato ad un temporaneo peggioramento della retinopatia diabetica, mentre un miglioramento a lungo termine del controllo glicemico diminuisce il rischio della progressione della retinopatia diabetica.
  • Prevenzione di errori terapeutici:  I pazienti devono essere istruiti a controllare sempre l’etichetta dell’insulina prima di ogni iniezione al fine di evitare associazioni accidentali dei due diversi dosaggi di Tresiba così come con altri medicinali insulinici. I pazienti devono controllare visivamente le unità sul contatore della dose della penna. Pertanto si richiede che i pazienti che si auto-iniettano possano leggere il contatore della dose sulla penna. I pazienti non vedenti o che hanno problemi di vista devono essere istruiti per avere sempre aiuto / assistenza di un'altra persona con una buona vista e istruita nell'utilizzo del dispositivo per insulina.
  • Anticorpi anti-insulina: La somministrazione di insulina può determinare la formazione di anticorpi anti-insulina. In rari casi, la presenza di anticorpi anti-insulina può richiedere un aggiustamento della dose di insulina al fine di correggere una tendenza all'iperglicemia o all'ipoglicemia.

4.5  Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Numerosi farmaci interagiscono con il metabolismo del glucosio.

Le seguenti sostanze possono ridurre il fabbisogno insulinico:   medicinali antidiabetici orali, agonisti del recettore GLP-1, inibitori delle monoaminossidasi (IMAO), beta-bloccanti, inibitori dell’enzima convertitore dell’angiotensina (ACE), salicilati, steroidi anabolizzanti e sulfonammidi.

Le seguenti sostanze possono aumentare il fabbisogno insulinico:  contraccettivi orali, tiazidi, glucocorticoidi, ormoni tiroidei, simpaticomimetici, ormone della crescita e danazolo.

Bisogna fare attenzione a che:

  • I beta-bloccanti possono mascherare i sintomi dell’ipoglicemia.
  • Octreotide e lanreotide possono aumentare o ridurre il fabbisogno insulinico.
  • L’alcool può intensificare o ridurre gli effetti ipoglicemici dell’insulina.

4.6     Fertilità, gravidanza e allattamento

  • Gravidanza: non sono disponibili dati clinici relativi all’uso di Tresiba in donne in gravidanza.  Studi sulla riproduzione animale non hanno rivelato alcuna differenza tra l’insulina degludec e l’insulina umana relativamente all’embriotossicità e alla teratogenicità.  In generale, si raccomandano un controllo intensificato della glicemia ed il monitoraggio delle donne affette da diabete sia durante la pianificazione della gravidanza che durante la gravidanza stessa. Il fabbisogno di insulina solitamente diminuisce nel corso del primo trimestre ed aumenta nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. Dopo il parto, il fabbisogno insulinico torna normalmente ai valori precedenti la gravidanza.
  • Allattamento: Non sono disponibili dati clinici relativi all’uso di Tresiba durante l’allattamento. Nei ratti, l’insulina degludec è stata secreta nel latte ove la concentrazione nel latte è risultata  inferiore a quella nel plasma. Non è noto se l’insulina degludec sia escreta nel latte materno. Non si ritiene che l’insulina degludec possa causare effetti metabolici su neonati/lattanti.
  • Fertilità: Studi con l’insulina degludec sulla riproduzione animale non hanno rivelato effetti avversi per la fertilità.

4.7  Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

La capacità di concentrazione e di reazione del paziente possono ridursi a seguito di ipoglicemia. Questo fatto può costituire un rischio in situazioni in cui tali capacità sono di particolare importanza (ad esempio quando si guida un veicolo o si utilizzano macchinari).

I pazienti devono essere informati sulla necessità di prendere le necessarie precauzioni per evitare la comparsa di un episodio ipoglicemico mentre stanno guidando. Ciò è particolarmente importante per coloro i quali hanno una ridotta o assente consapevolezza dei sintomi premonitori dell’ipoglicemia o hanno frequenti episodi di ipoglicemia. In queste circostanze si deve considerare se sia opportuno guidare.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza:  L’ipoglicemia è la reazione avversa osservata più di frequente durante il trattamento (vedere paragrafo ‘Descrizione di reazioni avverse selezionate’ sotto riportato).

Tabella delle reazioni avverse

Le reazioni avverse elencate di seguito sono basate su dati di sperimentazioni cliniche e classificate in base alla Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA. Le categorie di frequenza sono definite secondo la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100 e < 1/10); non comune (≥ 1/1.000 e < 1/100); raro (≥ 1/10.000 e < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione per sistemi e organi Frequenza
Disturbi del sistema immunitario Raro - Ipersensibilità
Raro - Orticaria
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto comune - Ipoglicemia
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune - Lipodistrofia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune - Reazioni intorno al sito di iniezione
Non comune - Edema periferico

Descrizione di reazioni avverse selezionate

  • Disturbi del sistema immunitario: con i preparati insulinici possono verificarsi reazioni allergiche. Le reazioni allergiche di tipo immediato all’insulina stessa o ai suoi eccipienti potrebbero essere potenzialmente letali. 
  • Ipersensibilità:  (manifestata sotto forma di gonfiore della lingua e delle labbra, diarrea, nausea, stanchezza e prurito) e orticaria.
  • Ipoglicemia: L’ipoglicemia può sopraggiungere se la dose di insulina è troppo alta in relazione alla richiesta insulinica. L’ipoglicemia grave può indurre perdita della coscienza e/o convulsioni e può portare a un danno cerebrale temporaneo o permanente o anche al decesso. I sintomi dell’ipoglicemia si manifestano di solito all’improvviso. Possono comprendere sudorazione fredda, pelle fredda e pallida, affaticamento, nervosismo o tremore, ansia, stanchezza o debolezza inusuali, confusione, difficoltà di concentrazione, sonnolenza, fame eccessiva, disturbi visivi, cefalea, nausea e palpitazioni.
  • Lipodistrofia: La lipodistrofia (incluso lipoipertrofia, lipoatrofia) può verificarsi nel sito di iniezione. Una continua rotazione del sito di iniezione all’interno della particolare area di iniezione può aiutare a ridurre il rischio di sviluppo di queste reazioni.
  • Reazioni nel sito di iniezione:  Si sono verificate reazioni nel sito di iniezione (compresi ematoma, dolore, emorragia, eritema, noduli, gonfiore, alterazione del colore della pelle, prurito, calore e formazione di masse nel sito di iniezione) in pazienti trattati con Tresiba. Queste reazioni di solito sono lievi e transitorie e normalmente scompaiono proseguendo il trattamento.
  • Popolazione pediatrica:Tresiba è stato somministrato a bambini e adolescenti fino a 18 anni per valutare le proprietà farmacocinetiche (vedere paragrafo 5.2). La sicurezza e l’efficacia non sono state studiate nei bambini e negli adolescenti.

Altre popolazioni particolari:   In base ai risultati delle sperimentazioni cliniche, la frequenza, il tipo e la gravità delle reazioni avverse osservate nei pazienti anziani e in pazienti con insufficienza renale o epatica non indicano alcuna differenza rispetto alla più ampia esperienza nella popolazione generale.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette: La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema di segnalazione riportato nel Sito web dell’Agenzia Italiana del Farmaco: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

4.9  Sovradosaggio

Non   E' possibile definire uno specifico livello di sovradosaggio dell’insulina; tuttavia l’ipoglicemia si può sviluppare in fasi sequenziali se al paziente è somministrata più insulina del necessario:

  •          Gli episodi ipoglicemici lievi possono essere trattati con la somministrazione orale di glucosio o di altri prodotti contenenti zucchero. Pertanto si raccomanda ai pazienti di portare sempre con sé prodotti contenenti glucosio.
  •          Gli episodi ipoglicemici gravi, quando il paziente non è in grado di autosomministrarsi il trattamento, possono essere trattati con glucagone (da 0,5 a 1 mg) somministrato per via intramuscolare o sottocutanea da una persona che ha ricevuto una istruzione appropriata oppure con glucosio endovena somministrato da personale sanitario. Il glucosio deve essere somministrato endovena nel caso in cui il paziente non abbia risposto entro 10-15 minuti alla somministrazione di glucagone. Una volta recuperato lo stato di coscienza si consiglia la somministrazione di carboidrati per bocca al fine di prevenire una ricaduta.

5.   5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

5.1 Proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: farmaci usati per il diabete. Insuline e analoghi per uso iniettabile, ad azione prolungata (Codice ATC: A10AE06).

Meccanismo d’azione:  l’insulina degludec si lega specificamente al recettore dell’insulina umana e induce gli stessi effetti farmacologici dell’insulina umana.  L’effetto ipoglicemizzante dell’insulina è dovuto alla captazione facilitata del glucosio conseguente al legame dell’insulina con i recettori presenti sulle cellule muscolari e adipose e la simultanea inibizione del rilascio del glucosio dal fegato.

 Effetti farmacodinamiciTresiba è un’insulina basale che forma multi-esameri solubili quando viene iniettato per via sottocutanea, determinando un deposito da cui l’insulina degludec viene assorbita continuamente e lentamente nella circolazione portando a un effetto ipoglicemizzante uniforme e stabile di Tresiba (vedere Figura 1). Durante un periodo di 24 ore con trattamento una volta al giorno, l’effetto ipoglicemizzante di Tresiba, contrariamente all’insulina glargine, era distribuito in modo uniforme tra le prime e le seconde 12 ore (AUCGIR,0-12h,SS/AUCGIR,totale,SS = 0,5)

degludec

 Figura 1 Profili del tasso di infusione del glucosio, smoothed, steady state - Profili medi 0-24 ore - IDeg 100 unità/mL 0,6 unità/kg - Sperimentazione 1987

 La durata di azione di Tresiba supera le 42 ore nell’intervallo posologico terapeutico.

Lo steady state si raggiunge dopo 2-3 giorni dalla somministrazione della dose.

L’azione ipoglicemizzante dell’insulina degludec allo steady state mostra una variabilità da giorno a giorno quattro volte inferiore in termini di coefficienti di variazione (CV) per l’effetto ipoglicemizzante in 0‑24ore (AUCGIR,τ,SS) e 2-24ore (AUCGIR2-24h,SS) rispetto all’insulina glargine, vedere Tabella 1.

 Tabella 1 Variabilità intra-paziente da giorno a giorno dell’effetto ipoglicemizzante di Tresiba e dell’insulina glargine allo steady statein pazienti con diabete mellito di tipo 1

 

Insulina degludec

(N26) (CV%)

Insulina glargine (N27)

(CV%)

Variabilità da giorno a giorno dell’effetto ipoglicemizzante durante un intervallo di somministrazione (AUCGIR,τ,SS) 20 82
Variabilità da giorno a giorno dell’effetto ipoglicemizzante da 2-24 ore (AUCGIR2-24h,SS) 22 92

CV: coefficiente di variazione intra-paziente in % -  SS: steady state -  AUCGIR,2-24h: effetto metabolico nelle ultime 22 ore di intervallo di somministrazione (ovvero non influenzato da insulina EV durante il periodo di clamp glicemico di run-in)

L’effetto ipoglicemizzante totale di Tresiba aumenta in modo lineare con l’incremento delle dosi.

L’effetto ipoglicemizzante totale è sovrapponibile per Tresiba 100 unità/mL e 200 unità/mL dopo la somministrazione delle stesse dosi dei due prodotti.

Non vi è differenza clinicamente rilevante nella farmacodinamica di Tresiba tra i pazienti anziani e adulti più giovani.

Efficacia clinica e sicurezza

Sono state condotte 11 sperimentazioni cliniche internazionali della durata di 26 o 52settimane in aperto, randomizzate, parallele, treat-to-target in cui 4275 pazienti sono stati trattati con Tresiba (1102 con diabete mellito di tipo 1 e 3173 con diabete mellito di tipo 2).

L’effetto di Tresiba è stato valutato in pazienti con diabete mellito di tipo 1 (Tabella 3), in pazienti naïve (inizio del trattamento con insulina nel diabete mellito di tipo 2, Tabella 4) e in precedenti utilizzatori di insulina (intensificazione di insulina in diabete mellito di tipo 2, Tabella 5) con orari di somministrazione sia fissi che flessibili (Tabella 6); la riduzione dell’HbA1c dal baseline alla fine della sperimentazione è risultata essere non inferiore rispetto a tutti i prodotti di confronto (insulina detemir e insulina glargine) in tutte le sperimentazioni. Tresiba è risultato superiore in modo statisticamente significativo rispetto alla sitagliptina nella riduzione dell’HbA1c,, mentre i miglioramenti dell’HbA1c sono risultati non inferiori confrontati con le altre insuline (Tabella 5).

In una meta-analisi pianificata in modo prospettico su sette studi confermatori treat-to-target, condotti in pazienti con diabete mellito di tipo 1 e di tipo 2, Tresiba è risultato superiore rispetto all’insulina glargine (somministrata secondo indicazioni) in termini di riduzione degli episodi di ipoglicemia confermati emersi durante il trattamento (portando ad un beneficio nel diabete mellito di tipo 2, vedere Tabella 2) e di episodi di ipoglicemia notturna confermata. La riduzione di ipoglicemia è stata raggiunta ad un più basso livello di FPG con Tresiba che con insulina glargine.

Tabella 2 Esiti della meta-analisi sull’ipoglicemia

           Ipoglicemia confermataa  
Rapporto stimato del rischio tra trattamenti (insulina degludec/insulina glargine)   Totale Notturna
Diabete mellito di tipo 1 + tipo 2 (raggruppati)   0,91*      0,74*
Periodo di mantenimento b   0,84*      0,68*
Pazienti geriatrici ³ 65 anni   0,82      0,65*
Diabete mellito di tipo 1   1,10      0,83  
Periodo di mantenimento b   1,02      0,75*
Diabete mellito di tipo 2   0,83*      0,68*
Periodo di mantenimento b   0,75*      0,62*
Terapia con solo insulina basale in soggetti non trattati precedentemente con l’insulina   0,83*      0,64*
         

*Statisticamente significativo a L’ipoglicemia confermata era definita come episodi confermati di glucosio plasmatico < 3,1 mmol/l o necessità del paziente di assistenza da parte di una terza persona. L’ipoglicemia notturna confermata era definita come episodi tra la mezzanotte e le 6 del mattino. b Episodi dalla settimana 16.

Non vi è sviluppo clinicamente rilevante di anticorpi anti-insulina dopo il trattamento a lungo termine con Tresiba.

 Tabella 3 Risultati delle sperimentazioni cliniche nel diabete mellito di tipo 1

  52 settimane di trattamento 26 settimane di trattamento
  Tresiba1 Insulina glargine1 Tresiba1 Detemir1
N 472 157 302 153
HbA1c(%)  
Fine della sperimentazione 7,3 7,3 7,3 7,3
Variazione media -0,40 -0,39 -0,73 -0,65
  Differenza: -0,01 [-0,14; 0,11] Differenza: -0,09 [-0,23; 0,05]
FPG (mmol/l)  
Fine della sperimentazione 7,8 8,3 7,3 8,9
Variazione media -1,27 -1,39 -2,60 -0,62
  Differenza: -0,33 [-1,03; 0,36] Differenza: -1,66 [-2,37; -0,95]
Tasso di ipoglicemia (per paziente/anno di esposizione)
Grave 0,21 0,16 0,31 0,39
Confermata2 42,54 40,18 45,83 45,69
  Rapporto: 1,07 [0,89; 1,28] Rapporto: 0,98 [0,80; 1,20]
Notturna confermata2 4,41 5,86 4,14 5,93
  Rapporto: 0,75 [0,59; 0,96] Rapporto: 0,66 [0,49; 0,88]

1 In un regime una volta al giorno + insulina aspart per la copertura del fabbisogno insulinico prandiale

2 L’ipoglicemia confermata era definita come episodi confermati di glucosio plasmatico < 3,1 mmol/l o necessità del paziente di assistenza da parte di una terza persona. L’ipoglicemia notturna confermata era definita come episodi tra la mezzanotte e le 6 del mattino.

Tabella 4 Risultati delle sperimentazioni cliniche su insulina naïve nel diabete mellito di tipo 2 (inizio del trattamento con insulina)

  52 settimane di trattamento 26 settimane di trattamento
  Tresiba1 Insulina glargine1 Tresiba1 Insulina glargine1
N 773 257 228 229
HbA1c(%)  
Fine della sperimentazione 7,1 7,0 7,0 6,9
Variazione media -1,06 -1,19 -1,30 -1,32
  Differenza: 0,09 [-0,04; 0,22] Differenza: 0,04 [-0,11; 0,19]
FPG (mmol/l)  
Fine della sperimentazione 5,9 6,4 5,9 6,3
Variazione media -3,76 -3,30 -3,70 -3,38
  Differenza: -0,43 [-0,74; -0,13] Differenza: -0,42 [-0,78; -0,06]
Tasso di ipoglicemia (per paziente/anno di esposizione)
Grave 0 0,02 0 0
Confermata2   1,52 1,85 1,22 1,42
  Rapporto: 0,82 [0,64; 1,04] Rapporto: 0,86 [0,58; 1,28]
Notturna confermata2 0,25 0,39 0,18 0,28
  Rapporto: 0,64 [0,42; 0,98] Rapporto: 0,64 [0,30; 1,37]

1 Regime una volta al giorno + metformina ± inibitore della DPP-4

2 L’ipoglicemia confermata era definita come episodi confermati di glucosio plasmatico < 3,1 mmol/l o necessità del paziente di assistenza da parte di una terza persona. L’ipoglicemia notturna confermata era definita come episodi tra la mezzanotte e le 6 del mattino.

Tabella 5 Risultati delle sperimentazioni cliniche nel diabete mellito di tipo 2:

a sinistra-precedenti utilizzatori di insulina basale, a destra – insulina naïve

  52 settimane di trattamento 26 settimane di trattamento
  Tresiba1 Insulina glargine1 Tresiba2 Sitagliptina2
N 744 248 225 222
HbA1c(%)  
Fine della sperimentazione 7,1 7,1 7,2 7,7
Variazione media -1,17 -1,29 -1,56 -1,22
  Differenza: 0,08 [-0,05; 0,21] Differenza: -0,43 [-0,61; -0,24]
FPG (mmol/l)  
Fine della sperimentazione 6,8 7,1 6,2 8,5
Variazione media -2,44 -2,14 -3,22 -1,39
  Differenza: -0,29 [-0,65; 0,06] Differenza: -2,17 [-2,59; -1,74]
Tasso di ipoglicemia (per paziente/anno di esposizione)
Ipoglicemia grave 0,06 0,05 0,01 0
Confermata3 11,09 13,63 3,07 1,26
  Rapporto: 0,82 [0,69; 0,99] Rapporto: 3,81 [2,40; 6,05]
Notturna confermata3 1,39 1,84 0,52 0,30
  Rapporto: 0,75 [0,58; 0,99] Rapporto: 1,93 [0,90; 4,10]

1 Regime una volta al giorno + insulina aspart per la copertura del fabbisogno insulinico prandiale ± metformina ± pioglitazone

2 Regime una volta al giorno ± metformina SU/glinide ± pioglitazone

3 L’ipoglicemia confermata era definita come episodi confermati di glucosio plasmatico < 3,1 mmol/l o necessità del paziente di assistenza da parte di una terza persona. L’ipoglicemia notturna confermata era definita come episodi tra la mezzanotte e le 6 del mattino.

Tabella 6 Risultati di una sperimentazione clinica nel diabete mellito di tipo 2 con dose flessibile di Tresiba

  26 settimane di trattamento
  Tresiba1 Tresiba Flex2 Insulina glargine3
N 228 229 230
HbA1c(%)
Fine della sperimentazione 7,3 7,2 7,1
Variazione media -1,07 -1,28 -1,26
  Differenza: -0,13 [-0,29; 0,03] 5                  Differenza: 0,04 [-0,12; 0,20]
FPG (mmol/l)
Fine della sperimentazione 5,8    5,8 6,2
Variazione media dal basale -2,91 -3,15 -2,78
  Differenza: 0,05 [-0,45; -0,35] 5                    Differenza: -0,42 [-0,82; -0,02]
Tasso di ipoglicemia (per paziente/anno di esposizione)
Grave 0,02          0,02 0,02
Confermata4 3,63          3,64 3,48
  Rapporto: 1,10 [0,79; 1,52] 6                              Rapporto: 1,03 [0,75; 1,40]
Notturna confermata4 0,56 0,63 0,75
  Rapporto: 1,18 [0,66; 2,12] 6                                Rapporto: 0,77 [0,44; 1,35]
           

1 Regime una volta al giorno (con il pasto principale della sera) + uno o due dei seguenti antidiabetici orali: SU, metformina o inibitore della DPP-4

2 Regime una volta al giorno flessibile (intervalli di circa 8-40 ore tra le dosi) + uno o due dei seguenti antidiabetici orali: SU, metformina o
inibitore della DPP-4.

3 Regime una volta al giorno + uno o due dei seguenti antidiabetici orali: SU, metformina o inibitore della DPP-4

4 L’ipoglicemia confermata era definita come episodi confermati di glucosio plasmatico < 3,1 mmol/l o necessità del paziente di assistenza da parte di una terza persona. L’ipoglicemia notturna confermata era definita come episodi tra la mezzanotte e le 6 del mattino.

5 La differenza è per Tresiba Flex – Tresiba

6 Il rapporto è per Tresiba Flex/Tresiba.

In uno studio clinico di 104 settimane, il 57% dei pazienti con diabete di tipo 2 trattati con Tresiba (insulina degludec) in combinazione con metformina, ha raggiunto un target di HbA1c < 7,0%, mentre alla parte restante dei pazienti, che ha continuato in uno studio clinico aperto di 26 settimane, è stata aggiunta liraglutide o una singola dose di insulina aspart (al pasto principale). Nel braccio con insulina degludec + liraglutide, la dose di insulina è stata ridotta del 20% in modo da minimizzare il rischio di ipoglicemia. L’aggiunta di liraglutide ha portato ad una maggiore e significativa riduzione statistica di HbA1c (medie stimate di -0,73% per liraglutide contro -0,40% per i farmaci di confronto) e del peso corporeo (medie stimate di -3,03 contro 0,72 kg). Il tasso di episodi ipoglicemici (per pazienti su anno di esposizione) è statisticamente e significativamente più basso quando aggiunta liraglutide, rispetto all’aggiunta di una singola dose di insulina aspart (1,0 contro 8,15; rapporto: 0,13; 95% IC: 0,08 - 0,21).

Popolazione pediatrica

 L’Agenzia europea dei medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con Tresiba in:

  • Neonati e lattanti dalla nascita a meno di 12mesi di età con diabete mellito di tipo 1 e bambini dalla nascita a meno di 10 anni di età con diabete mellito di tipo 2 con la motivazione che la malattia o la condizione per cui è inteso questo medicinale specifico non si manifesta nel sottogruppo pediatrico specificato (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico).
  • Bambini e adolescenti da 10 a meno di 18 anni di età con diabete mellito di tipo 2 con la motivazione che la malattia o la condizione per cui è inteso questo medicinale specifico non si manifesta nel sottogruppo pediatrico specificato (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico).

5.2  Proprietà farmacocinetiche

 Assorbimento: Dopo l’iniezione sottocutanea, si formano multi-esameri solubili e stabili che creano un deposito di insulina nel tessuto sottocutaneo.I monomeri di insulina degludec si separano gradualmente dai multi-esameri determinando così un rilascio lento e continuo di insulina degludec nella circolazione. Le concentrazioni sieriche allo steady state si raggiungono dopo 2-3 giorni di somministrazione giornaliera di Tresiba. Durante un periodo di 24 ore con trattamento una volta al giorno, l’esposizione dell’insulina degludec era distribuita in modo uniforme tra le prime e le seconde 12 ore (Il rapporto tra AUCGIR,0-12h,SS e AUCGIR,τ,SS era di 0,5).

Il principio attivo di Tresiba, insulina degludec, viene prodotto con un metodo noto come ricombinante Tecnologia del DNA da Saccharomyces cerevisiae: è fatta con cellule di lievito in cui è stato introdotto un gene (DNA), che li rende in grado di produrla.  L'insulina degludec è leggermente diversa dall’insulina umana, proprio per il tipo di assorbimento che avviene più lentamente, richiedendo più tempo per raggiungere il suo bersaglio nel corpo.  Ed infatti l'insulina degludec è un'insulina ad azione ultra-lunga e, a differenza dell’insulina glargine, è attiva a pH fisiologico.
La degradazione dell’insulina degludec è simile a quella dell’insulina umana: tutti i metaboliti sono inattivi.
E’ quindi un’insulina basale di nuova generazione che forma multi-esameri solubili quando viene iniettata per via sottocutanea, creando un deposito di insulina nel tessuto sottocutaneo  dal quale  vengono rilasciati lentamente e in modo continuo monomeri di insulina degludec nella circolazione  producendosi  una durata d’azione prolungata e un effetto ipoglicemizzante uniforme e stabile.
La formazione di multi-esameri nei tessuti sottocutanei  avviene mediante l'aggiunta di acido hexadecandioyl alla lisina in posizione B29, venendosi  a formare un deposito sottocutaneo che si traduce in lento rilascio di insulina nella circolazione sistemica.
E' quindi un'insulina modificata che si differenzia rispetto all’insulina umana essendo stata soppresso  i residui dell’amminoacido ThrB30 e – come già detto - con l'aggiunta di un residuo dell’acido hexadecandioyl alla lisina in posizione LysB29.

Le concentrazioni sieriche allo steady state si raggiungono dopo 2-3 giorni di somministrazione giornaliera di Tresiba.

Distribuzione: L’affinità dell’insulina degludec per l’albumina sierica determina un legame delle proteine plasmatiche > 99% nel plasma umano.

Biotrasformazione: La degradazione dell’insulina degludec è simile a quella dell’insulina umana; tutti i metaboliti sono inattivi.

Eliminazione:L’emivita dopo somministrazione sottocutanea di Tresiba è determinata dal grado di assorbimento dai tessuti sottocutanei. L’emivita di Tresiba è di circa 25 ore indipendentemente dalla dose.

Linearità:  Dopo la somministrazione sottocutanea nell’intervallo posologico terapeutico è stata osservata una proporzionalità della dose nell’esposizione totale. Nel confronto diretto, i requisiti di bioequivalenza sono soddisfatti per Tresiba 100unità/mL e Tresiba 200 unità/mL (in base a AUCIDeg,τ,SS e Cmax,IDeg,SS).

 Sesso:  Non sono state rilevate differenze tra i sessi nelle proprietà farmacocinetiche di Tresiba.

 Pazienti anziani, etnia, compromissione renale ed epatica

Non sono state rilevate differenze nella farmacocinetica dell’insulina degludec tra pazienti anziani e giovani, tra diverse etnie o tra soggetti sani e pazienti con compromissione renale o epatica.

Popolazione pediatrica

Le proprietà farmacocinetiche dell’insulina degludec in bambini (6-11 anni) e adolescenti (12-18 anni) sono state analizzate e confrontate con quelle osservate in adulti affetti da diabete di tipo 1. L’esposizione totale dopo una dose singola è, tuttavia, più elevata nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti con diabete mellito di tipo 1.

5.3     Dati preclinici di sicurezza

I dati preclinici non evidenziano preoccupazioni per la sicurezza per l’uomo sulla base di studi farmacologici di sicurezza, tossicità a dosi ripetute, potenziale cancerogeno e tossicità della riproduzione.

Il rapporto della potenza mitogena rispetto a quella metabolica per l’insulina degludec è simile a quello dell’insulina umana.

6.    6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

6.1   Elenco degli eccipienti

  • Glicerolo
  • Metacresolo
  • Fenolo
  • Acetato di zinco
  • Acido cloridrico (per aggiustamento del pH)
  • Idrossido di sodio (per aggiustamento del pH)
  • Acqua per preparazioni iniettabili

6.2   Incompatibilità

  • Sostanze aggiunte a Tresiba possono causare degradazione dell’insulina degludec.
  • Tresiba non deve essere miscelato ai liquidi infusionali.
  • Questo medicinale non deve essere miscelato con qualsiasi altro medicinale.

Periodo di validità:   30 mesi.

Dopo la prima apertura: il prodotto può essere conservato per un massimo di 8 settimane. Non conservare sopra 30°C. Non refrigerare.

6.4     Precauzioni particolari per la conservazione

Prima del primo uso:

  • Conservare in frigorifero (2°C - 8°C). Tenere lontano dagli elementi refrigeranti.
  • Non congelare.
  • Tenere il cappuccio sulla penna per proteggere dalla luce.

Dopo la prima apertura o nel trasporto come scorta:

  • Non refrigerare. Non conservare sopra 30°C.
  • Tenere il cappuccio sulla penna per proteggere dalla luce.

La penna preriempita (FlexTouch) è progettata per essere usata con gli aghi per iniezione NovoFine/NovoTwist di lunghezza fino a 8 mm ed eroga 1-80 unità con incrementi di 1 unità.

N.B. = non deve essere usato se la soluzione non appare limpida ed incolore, oppure se è stata in precedenza congelata.

NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

  • EU/1/12/807/001
  • EU/1/12/807/002
  • EU/1/12/807/003
  • EU/1/12/807/004
  • EU/1/12/807/005

9.   DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE

Data della prima autorizzazione: 21 gennaio 2013

Informazioni più dettagliate su questo medicinale sono disponibili sul sito web della Agenzia europea dei medicinali

http://www.ema.europa.eu

Leggi: L'insulina degludec: durata ultra prolungata

Fonti:

http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&ved=0CCcQFjAB&url=http%3A%2F%2Fwww.sifc.it%2Fsites%2Fdefault%2Ffiles%2FScheda_Tecnica_Tresiba.docx&ei=9DRsVdzZCYGoUITHg-AF&usg=AFQjCNGGmvQhdCfW-RML7U3uYj7186Fh5A&sig2=MtGlbcfwL5vgHyXjjqQjUQ&cad=rja