Stampa
Categoria: Ricerche varie
Visite: 3147

 

Livelli persistentemente elevati di stress ossidativo ed infiammazione precedono o sono comunque presenti durante lo sviluppo del diabete mellito sia di tipo 1 che di tipo 2, e tendono a far precipitare gli eventi che portano alla presenza delle loro devastanti complicanze.
Dato il rapido aumento dell'incidenza di diabete mellito e dell’obesità nel giro di pochi decenni, è improbabile che la causa possa ritrovarsi in nuove mutazioni genetiche, mentre sempre più dati suggeriscono un importante ruolo di fattori legati allo stile di vita.

Un tratto distintivo della cultura contemporanea è una preferenza per gli alimenti trasformati termicamente, pieni di prodotti finali della glicazione avanzata (AGE),  fortemente pro-ossidanti e definite come "molecole canaglia": in altre parole un processo di ossidazione, meglio descritto come una forma di ruggine biologica. Queste molecole sono prodotte naturalmente nel corpo, ma si possono trovare anche nel cibo; sono infatti presenti in alimenti, come carne e uova e alcuni metodi di cottura alla griglia, frittura, arrostitura che generano questa AGE
Queste molecole stimolano l’appetito e, quindi, sono efficienti induttori di sovralimentazione (che favorisce l'obesità) e di sovraccarico ossidante (che promuove l'infiammazione).
Secondo una ricerca svolta da Helen Vlassara del Mount Sinai School of Medicine di New York, il cibo spazzatura come gli snack conterrebbero alcuni di questi AGE che sono delle sostanze tossiche per il cervello ed il metabolismo degli zuccheri. La loro assunzione aumenta in circolo gli AGE, e riducono i livelli di un enzima protettivo chiamato Sirt 1.
Lo studio è stato realizzato nei topi e successivamente confermato nell’uomo.
I ricercatori hanno confrontato topi alimentati con una dieta ad alto AGE e topi alimentati con una dieta a basso AGE.  I vecchi topi alimentati con una dieta ad alto AGE in alcuni casi hanno avuto cambiamenti nel cervello, tra cui un accumulo di proteina amiloide  sviluppando sintomi simili al morbo di Alzheimer, come ad esempio problemi con il loro equilibrio e la coordinazione, in altri hanno sperimentato cambiamenti metabolici, con un aumento di glucosio nel sangue
I ricercatori hanno poi esaminato 93 persone di 60 anni o più di età: ad alti livelli di AGE nel sangue sono stati associati con il declino cognitivo e ridotta sensibilità all'insulina nove mesi più tardi. Tuttavia, nessuna di queste persone effettivamente sviluppato la demenza diagnosticata o sindrome metabolica.
In definitiva i risultati indicano che ci potrebbe essere un collegamento tra età e la demenza e la sindrome metabolica, anche se non si hanno ancora "risposte definitive".


Fonti:
http://www.diabetericerca.org/index.php/la-ricerca/ultime-notizie/item/agenelladieta.html
http://www.pnas.org/content/early/2014/02/19/1316013111.abstract
http://beforeitsnews.com/health/2014/02/cooking-meat-could-increase-dementia-risk-2524538.html